Non è solo questione di prepararsi e affrontare un "raffreddore stagionale"; durante un cambiamento stagionale entrano in gioco infatti meccanismi meno noti che possono influenzare la salute respiratoria.

Ecco qui alcune particolarità, che forse non conoscevi, su come l'organismo reagisce a questi mutamenti e cosa si può fare per affrontarli al meglio.

 

L’effetto indoor che non ti aspetti

Con l’arrivo di un clima più freddo, non è solo l'aria esterna a causare problemi. Con il cambio di stagione, tendiamo a chiudere le finestre e ad accendere riscaldamenti o climatizzatori, portando a un'alterazione della qualità dell'aria indoor (interna a un ambiente chiuso).

Per le persone con Asma, l'aria secca degli impianti di riscaldamento può irritare le vie aeree già sensibili. Inoltre, la polvere accumulata nei filtri degli impianti di climatizzazione, ricca di acari e muffe, viene rimessa in circolo, con il rischio di scatenare un broncospasmo (contrazione delle fasce muscolari attorno alle vie aeree, che porta a un loro restringimento; è meglio noto come attacco d’Asma).

Nella persona con BPCO, gli sbalzi di temperatura e l'aria secca possono aumentare la produzione di muco e renderlo più denso, peggiorando l'ostruzione e favorendo la permanenza di virus e la colonizzazione batterica.

Quali accorgimenti adottare?

Pulisci o sostituisci i filtri degli impianti di riscaldamento e aerazione. Valuta l'uso di un umidificatore per mantenere l'umidità interna tra il 40 e il 50%.

 

L'impatto silenzioso del vento e della pressione atmosferica

Il vento forte e le repentine variazioni di pressione atmosferica non sono solo un fastidio meteorologico, ma possono rappresentare dei veri e propri stimoli per le nostre vie aeree.

Chi soffre di Asma, allergico e non, deve essere consapevole che il vento non solo solleva pollini, ma anche particolato fine e inquinanti. Le basse pressioni, presenti con il maltempo, sembrano inoltre correlare con un aumento degli accessi in Pronto Soccorso per Asma. La riduzione della pressione atmosferica, infatti, seguendo le leggi fisiche dei gas, esercita una azione meccanica sulle vie aeree causando una leggera espansione dei tessuti. In presenza di vie aeree infiammate, quindi già soggette a un restringimento, l’ulteriore tensione data da una bassa pressione esterna potrebbe sollecitare ulteriormente la muscolatura liscia dei tessuti con il risultato di scatenare un broncospasmo.

I pazienti con BPCO, invece, possono avvertire maggiormente la difficoltà respiratoria (dispnea) con sbalzi barometrici, forse a causa della difficoltà dei polmoni già compromessi ad adattarsi al cambiamento della pressione esterna.

Quali accorgimenti adottare?

Tieni d'occhio il barometro, non solo la temperatura! Limita le attività all'aperto nelle giornate di vento forte o quando si prevedono bruschi cali di pressione… e un temporale!

 

L'ora del virus

Il passaggio tra estate e autunno coincide con il rientro in uffici e scuole, a stretto contatto con molte persone, aumentando drasticamente l'esposizione ai virus respiratori (Adenovirus, Rhinovirus, virus sinciziale respiratorio, etc.) 

Un semplice raffreddore (che per una persona sana dura pochi giorni) può scatenare, in una persona con patologia respiratoria cronica, come Asma o BPCO, una riacutizzazione grave della malattia. Questo perché l'infiammazione di base (presente in molte di queste patologie) rende le vie aeree ipersensibili all'attacco virale.

Quali accorgimenti adottare?

Consulta il tuo medico e chiedi consiglio sulla migliore prevenzione vaccinale per il tuo caso specifico da aggiungere alla più diffusa profilassi anti-influenzale. Inoltre, non dimenticare di mantenere una rigorosa igiene delle mani, che è la prima barriera contro i virus.

La Redazione